Le complicanze nella calcolosi renale
La complicanza della calcolosi è la colica renale, che può associarsi a febbre elevata con brividi squassanti – febbre uro settica-. Se il calcolo ostruisce completamente l’uretere (collegamento tra il rene e la vescica) determina un’idronefrosi, con una sofferenza del rene.
La colica renale è un sintomo non una malattia. E’ un dolore violento, di forte intensità che si localizza al fianco con irradiazione in basso ed anteriormente coinvolgendo spesso il testicolo nell’uomo , l’inguine nella donna. Il dolore viene definito “atroce”, non si modifica con il cambio di posizione , il paziente presenta una stato di agitazione, spesso è sudato, riferisce nausea e vomito. In caso di calcolosi situata nel tratto terminale (intramurale) dell’uretere alla colica si associa “bruciore” minzionale e stimolo frequente.
Per definizione la colica renale è dovuta ad una brusca dilatazione dell’uretere e della pelvi secondario ad un ostacolo lungo la via escretrice ( calcolo ).
Febbre Urosettica
Febbre altalenante che in alcuni casi puo' raggiungere i 40°. Questa febbre puo' essere preceduta o meno da brividi. Questo tipo di febbre non e' ad esclusivo appanaggio della colica renale, ma riguarda generalmente una infezione del sistema genito-urinario al quale solitamente puo' associarsi una batteriemia. Nel caso di febbre che si presenta con questi sintomi recarsi urgentemente al pronto soccorso piu' vicino.
Imbibizione perirenale
Insufficienza renale acuta (IRA)
Dolore incoercibile
Rottura spontanea della pelvi (evenienza rara )
In questi casi si procede a posizionare un stent JJ. Questo non è altro che un tubicino che serve a bypassare l'ostruzione dovuta al calcolo renale al fine di garantire un deflusso delle urine dal rene che sta soffrendo e di conseguenza a detendere il rene. Solitamente in sistuazioni settiche esiste una controindicazione relativa alla contestuale rimozione del calcolo. Ovviamente esistono delle eccezioni, come ad esempio, quando la rimozione del calcolo per localizzazione risulta abbastanza agevole. Fondamentalmente il rischio è legato alla durata della procedura stessa. Per esperienza personale come tempo limite vengono considerati 15/20 minuti. La problematica legata alla infezione riguarda il riassorbimento di eventuali endotossine batteriche da parte delle papille renali. E' in ogni caso fortemente consigliato di discutere di questa situazione con lo specialista che vi ha in cura, in modo che possa spiegarvi accuratamente il tipo di procedura e la sua urgenza chirurgica.